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LA VITTORIA DI UN POPOLO IN PIEDI ED INFORMATO
Comunicato dell’Ufficio di Attac france
Secondo i risultati provvisori, il ” non ” avrebbe guadagnato col 55% delle voci contro il 45% al ” oui .”
Le astensioni si alzerebbero solamente al 30%, cifra più bassa di tutte le consultazioni europee da quando ne esiste.
Il popolo francese ha appena detto no al trattato costituzionale. Un no molto majoritairement democratico ed europeo. Ciò che fa, le cittadine ed i cittadini hanno di dice prima no al néolibéralisme di cui il testo sottomesso a referendum costituiva un’eloquente difesa ed illustrazione. Questo no è allo stesso tempo sì un ad una Europa indipendente, internazionalista, sociale, ecologico e féministe ; un sì ad una Europa solidaire : solidale col resto del mondo, in primo luogo col Sud, e con le generazioni future. Ma è anche sì un alla democrazia, vergognosamente girata in derisione per una propaganda di stato che agisce di conserva con un sistema mediatico di cui la quasi totalità degli attori ha dato prova di una parzialità inaudita e di un sussiego ingiurioso al riguardo dei ” moutons noirs ” che avevano l’audacia di non prendere per contante gli argomenti di autorità assénés per i partiti del ” oui “. Le cittadine ed i cittadini hanno dimostrato con la loro scheda elettorale che erano allergici all’imbottitura di cranio. Leggi il seguito di questo post »
Riflessioni dopo il Forum Sociale Europeo
di Marco Bersani (ATTAC Italia)
25.000 iscritti, 30000 partecipanti (2000 italiani) agli oltre 250 seminari, tra 80 e 100 mila alla manifestazione conclusiva. Questi i numeri del Forum Social Europeo di Atene, che confermano il ruolo di attrazione di questi appuntamenti e che consegnano ai movimenti importanti passi avanti. Non era scontata la riuscita di questo FSE : dopo quello di Londra, che aveva evidenziato le difficoltà di allargamento dei movimenti, e dopo questi ultimi due anni che, pur caratterizzati da importanti mobilitazioni (il No al Trattato Costituzionale di Francia e Olanda, la campagna per il ritiro della direttiva Bolkestein, la recente mobilitazione francese che ha ottenuto il ritiro del CPE, fra le altre), avevano visto arretrare l’idea di una dimensione continentale della strategia dei movimenti. Da questo punto di vista Atene ha rappresentato un deciso passo in avanti, da diversi punti di vista.
A partire dall’allargamento. Almeno 5000 partecipanti venivano dall’est europeo e dai Balcani, segnando, di conseguenza e per la prima volta, una presenza di massa e non più solo di pochi delegati da quelle aree. Non è certo solo la presenza a far divenire automatico l’intreccio, ma da Atene, dove la presenza c’è stata, si sono poste le basi per importanti percorsi futuri.
Significativo anche il “rientro” di aree, nello specifico quella cattolico-sociale (Caritas in primo luogo), che negli ultimi tempi non avevano più riconosciuto il FSE come il luogo di connessione delle proprie istanze di lavoro sociale nei territori; presenza che ha dato, anche visivamente, la netta percezione di una ricomposizione del movimento no-global, rispetto al FSE di Londra, dove invece il Forum sembrava essere solo il luogo delle aree più politicizzate e radicali. Leggi il seguito di questo post »