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 Fonte: www.ilmegafonoquotidiano.it/

 di Nina Ferrante

Che i migranti fossero i primi a pagare la crisi era cosa nota, ma a Rosarno gli si chiede anche il resto. Condizioni di vita disumane, salari da fame non corrisposti, la puliza etnica e la deportazione di massa. L’odio esplode nell’Italia dell’apartheid di Stato

Arriviamo nelle prime ore del giorno e ad accoglierci in lontananza spari, a ricordare, come una minaccia, quell’ordine che per qualche ora è stato sovvertito a Rosarno. Le storie che raccontano quegli uomini corrispondono più o meno alla cronaca di questi giorni, ma la verità puzza di gomme bruciate e di stalla. Il resoconto di quanto accaduto è noto: sei immigrati sono stati colpiti con armi da fuoco mentre tornavano dai campi. Questa non è una novità. Molti di quelli che lavorano qui hanno memoria di episodi del genere negli anni passati, possono farne una lunga lista mentre continuano a chiedere se il colore della pelle può essere un buon motivo per prendersi un colpo di fucile. Ma il razzismo non è solo odio per il colore della pelle, la verità sta nei campi, nei pochi frutti rimasti ormai troppo maturi sugli alberi di una stagione di raccolta ormai agli sgoccioli. Stagione di miseria, di mesi interi in condizioni disumane e rare giornate di lavoro non ancora pagate. Leggi il seguito di questo post »

arton2834Il 7 ottobre del 1989 centinaia di migliaia di persone scendevano in piazza a Roma per la prima grande manifestazione contro il razzismo. Il 24 agosto dello stesso anno a Villa Literno, in provincia di Caserta, era stato ucciso un rifugiato sudafricano, Jerry Essan Masslo.

A 20 anni di distanza, il razzismo non è stato sconfitto, continua a provocare vittime e viene alimentato dal governo Berlusconi. Il pacchetto sicurezza varato dal governo di Centro-Destra offende la dignità umana, introducendo il reato di “immigrazione clandestina”.

La morte degli immigrati nel canale di Sicilia, che si sta trasformando in un cimitero marino, è la tragica conseguenza della logica disumana che ispira la politica governativa.

Questa drammatica situazione sta pericolosamente alimentando e legittimando nella società la paura e la violenza nei confronti di ogni diversità.

E’ il momento di reagire e costruire insieme una grande risposta di lotta e solidarietà per difendere i diritti umani respingendo ogni tipo di razzismo.

Pertanto facciamo appello a tutte le associazioni laiche e religiose, alle organizzazioni sindacali, alla società civile e a tutti i movimenti a scendere in piazza il 17 ottobre per fermare il dilagare del razzismo sulla base di questa piattaforma: Leggi il seguito di questo post »

immigrazioneAbbiamo provato a gridarlo in ogni modo che il mostruoso reato d’immigrazione clandestina avrebbe generato crimini «umanitari». Così è stato, purtroppo. L’abbandono e poi la morte dei settantatre profughi eritrei è la prima strage prodotta dal «pacchetto-sicurezza». È, certo, il frutto maturo del trattato con la Libia, siglato dal ministro Amato, rafforzato e reso operativo, cioè criminale, dall’attuale governo. È il frutto, più largamente, dell’Europa-fortezza e dell’adeguamento alla sua politica anche da parte del governo maltese. Ma inedito è il cinismo di Stato per cui una tale strage non trovi come risposta né l’indignazione corale, né l’incriminazione per strage, appunto, bensì per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. «Senza escludere un’eventuale ipotesi di omissione di soccorso», dicono gli inquirenti. Immigrazione clandestina di cui potrebbero essere imputati i cinque poveri spettri che il fato – lui solo compassionevole – ha voluto sottrarre alla morte. Leggi il seguito di questo post »

Autobus separati per italiani e stranieri. «Ma non è razzismo»

0903030557__71788_medium1Si fa presto a dire razzismo. Sul Corriere del Mezzogiorno un articolo racconta che il comune di Foggia istituirà autobus solo per gli immigrati. E scoppia la polemica, tanto più che la storia – se fosse vera – avrebbe aspetti più che sfiziosi. Uno per tutti: il sindaco di Foggia, Orazio Ciliberti, è un esponente del Pd (ex Margherita). Ma le cose sono più complicate. A partire dagli immigrati di cui si parla: si tratta dei richiedenti asilo ospitati nel centro di accoglienza (C.a.r.a.) di Borgo Mezzanone. Una struttura pensata per ospitare massimo 500 persone, e che invece scoppia: fino a qualche mese fa si è toccato il numero di 1.200 persone, e ora sono 800. A un chilometro e mezzo di distanza dal centro, nel mezzo delle campagne foggiane, c’è la frazione di Borgo Mezzanone: un migliaio di anime, una chiesa, un bar e un minimarket. E una storia di grandi aspettative deluse. Doveva essere un quartiere residenziale medio-borghese, ma non è mai decollato. Tanto che nelle case rimaste vuote ora vivono diverse famiglie sfrattate da Foggia.  Leggi il seguito di questo post »

Guido Caldiron
«La paura condiziona il modo di intendere la vita. Nella scala dei valori la massima priorità è assegnata alla sicurezza, che prende il posto della libertà e dell’uguaglianza. Di conseguenza si assiste a restrizioni giuridiche e a un apparentemente ragionevole “totalitarismo della difesa dai pericoli”. L'”economia della paura” si arricchisce con la nevrosi collettiva. Il cittadino diffidente e sospettoso sarà grato se “per la sua sicurezza” sarà scannerizzato, passato ai raggi, perquisito e interrogato. La sicurezza diventa, come l’acqua e la corrente elettrica, un bene di uso comune gestito dal servizio pubblico e dall’economia privata, che ne ricava un profitto».

Quando, nel 1986, Ulrich Beck, aprì con La società del rischio una nuova fase di riflessione sulla vita nell’età della globalizzazione non immaginava ancora quanto le sue intuizioni avrebbero trovato una piena conferma nella realtà internazionale.  Leggi il seguito di questo post »

Il Presidente della Bolivia si rivolge al Parlamento europeo, alla vigilia del voto sulla direttiva contro gli stranieri: Se sarà approvata – dice – saltano i trattati commerciali e cambiano le condizioni di ingresso nei paesi andini

Evo Morales*

EVO MORALESFino alla prima metà del secolo XX, l’Europa fu un continente di emigranti. Decine di milioni di europei partirono verso le Americhe con l’intento di colonizzare, di sfuggire alla miseria, alle crisi finanziarie, alle guerre, ai totalitarismi ad alle persecuzioni inflitte alle minoranze etniche.
Oggi sto seguendo con inquietudine il processo d’approvazione della cosiddetta “direttiva rimpatrio”. Il testo, approvato lo scorso 5 giugno dai ministri degli interni dei 27 paesi membri dell’Unione Europea, dovrà essere sottoposto al voto del Parlamento europeo il 18 giugno. Ho l’impressione che questa direttiva indurisca in maniera drastica le condizioni di detenzione e d’espulsione degli emigranti senza documenti, indipendentemente dal loro tempo di permanenza nei paesi europei, dalla loro condizione lavorativa, dai loro legami familiari, dalla loro volontà d’integrazione e dal raggiungimento della stessa. Gli Europei giunsero in massa nei paesi latino americani ed in America settentrionale, senza visto e senza alcuna condizione imposta dalle autorità. Furono sempre i benvenuti, e continuano ad esserlo, all’interno dei nostri paesi che assorbirono la miseria economica dell’Europa e le sue crisi politiche. Vennero nel nostro continente per sfruttare le ricchezze locali e trasferirle in Europa con un altissimo costo per le popolazioni originarie d’America. Leggi il seguito di questo post »

 

Abbiamo deciso di rompere il silenzio dopo aver letto l’ultimo manifesto, firmato Forza Nuova, in cui si riassume,in pochi punti,la posizione dell’ organizzazione neofascista che invita la cittadinanza a mobilitarsi per la costituzione di ronde di vigilanza e di controllo. Un modo semplice e “fai da te”,per liberarsi degli extracomunitari e dei rom e per riacquistare il controllo e la sicurezza del nostro territorio. Una soluzione,quella proposta da Forza Nuova, incostituzionale che creerebbe un clima di tensione e aumenterebbe il senso di sfiducia che il cittadino già nutre nei confronti dell’istituzione pubblica. Sia la situazione locale che quella nazionale è davvero preoccupante. Si è abusato del termine immigrazione, non più affiancato ad accoglienza e integrazione ma a criminalità e xenofobia. Si è abusato del termine sicurezza, un’esigenza trasversale, che oggi trova riparo nel giustizialismo,inteso,in modo pratico,come: “Tuteliamoci con le nostre armi”.

La paura,il bisogno di sicurezza e l’allarmismo creato dai mass-media ha provocato confusione e odio nei confronti dello straniero che,ora,è divenuto capro espiatorio e unico portatore di criminalità e violenza. Come dire,“L’uomo nero del terzo millennio”! Leggi il seguito di questo post »

«Razzismo e populismo»L’Europa difende i rom dal pogrom all’italiana

In Italia c’è un’emergenza, l’emergenza razzismo. Si parla del nostro paese in Europa e sono stati nominati esplicitamente i pogrom, i campi di sterminio e le deportazioni, nella seduta straordinaria che il parlamento di Strasburgo ha dedicato al «caso Italia». Si parla degli attentati incendiari di Napoli, di Ponticelli- «dove lo Stato ha delegato alla camorra il compito di sloggiare i rom dalla città», come ha ricordato Claudio Fava – e delle deportazioni di massa, delle razzie e dei maltrattamenti contro i rom. 

E alla fine della seduta, e proprio sulla base di quel che sta accadendo in Italia, l’Europarlamento ha chiesto «con forza l’adozione di una direttiva per difendere i cittadini da ogni tipo di discriminazione». Una «protezione sociale specifica» è stata inoltre chiesta per i cittadini rom.


Duro, durissimo il commissario per gli Affari sociali Vladimir Spidla che, nel corso dell’intervento di apertura al dibattito, ha di fatto liquidato e stigmatizzato tutte le decisioni che il governo Berlusconi si appresta a varare in materia di sicurezza e in materia di rom e romeni residenti in Italia. Leggi il seguito di questo post »

nichi VendolaIl fuoco è tornato. Violento e purificatore. Illumina la processione nottambula dei rancori e dei pregiudizi. Incenerisce la retorica degli “italiani, brava gente”. Divampa nella neo-lingua italiana, ormai libera da ogni forma di sorveglianza e di auto-controllo, visto che il nuovo lessico del trash televisivo unifica la nazione e le classi sociali. Sputa le sue lingue incandescenti sull’uomo nero e sulla sua intera etnia: rom, rumeni, sinti, tutti assunti a fattispecie lombrosiana di quella antropologia criminale con la quale abbiamo inzuppato immaginario e senso comune. Ecco dunque il fuoco che condanna all’esorcismo e alla cenere quella macchia extra-umana, quello “zingaro ladro di bambini” che risorge come un antico rimosso nello spigolo sporco della nostra più malata modernità. Eccolo il Medioevo che avanza, corredato da Internet e da You Tube, mentre l’establishment tutto finge di non vedere. Eccola la legalità bipartizan che osserva imperturbabile l’opera scientifica di pulizia etnica messa in campo dagli eserciti camorristi nello sterminato hinterland partenopeo. Complimenti all’Italia riconciliata nel galateo parlamentare, dove si celebra non tanto la fine della “guerra civile” simulata che ha reso urlata e viscerale la politica al tempo dell’avvento di Berlusconi, ma dove si rende solenne l’esaurimento forzoso della politica come spinta conoscitiva e trasformatrice degli assetti sociali dominanti, dove si canta il de profundis alla politica intesa come alternativa, passione civile, persino utopia. Leggi il seguito di questo post »

Una stagione all’inferno è quella che ogni anno vivono migliaia di stranieri impiegati come lavoratori stagionali nelle campagne del Sud Italia. “Una stagione all’inferno” è anche il titolo del nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere (MSF) sulle condizioni di vita, salute e lavoro degli stagionali. 

stagionali_20081.jpgTra giugno e novembre 2007 una clinica mobile di MSF ha viaggiato nelle regioni del sud offrendo assistenza sanitaria a quegli immigrati che prestano le proprie braccia nei campi di coltivazione e nelle serre.MSF ha visitato e intervistato oltre 600 stranieri, i risultati dell’inchiesta sono allarmanti: gli stranieri si ammalano a causa delle durissime condizioni di vita e lavoro cui sono costretti.

Già nel 2004 MSF aveva visitato le campagne del Sud Italia per portare assistenza sanitaria agli stranieri impiegati come stagionali e per indagare questa scomoda realtà. Nonostante le reiterate promesse da parte di autorità locali e nazionali, a distanza di tre anni MSF ha potuto constatare che nulla è cambiato.

“Qui come si vede stiamo malissimo: senza acqua, luce, andiamo in bagno in mezzo allo sporco, spesso non abbiamo da mangiare e durante l’inverno rischiamo di morire di freddo. Abbiamo veramente bisogno d’aiuto. Vivendo in queste condizioni non riesco ad immaginare di avere un futuro.

A., 20 anni, viene dal Mali, vive nelle campagne di Foggia

 http://www.medicisenzafrontiere.it

francesco_caruso.jpgFrancesco Caruso e Haidi Giuliani si sono autoreclusi nel Cpt di Sant’Anna a Isola Capo Rizzuto minacciando di uscire solo alla chiusura di tutti i Cpt. Ma, dopo aver capito dove si trovavano, hanno cambiato subito idea e sono usciti.

Il problema è reale. I Cpt vanno chiusi e i clandestini affidati a nuove strutture sul territorio. Alcuni extracomunitari, in Italia come rifugiati politici, hanno tracciato il solco. Facevano fuggire i clandestini dai Cpt. Li portavano in Centri di seconda accoglienza, i Cst. Ruderi all’aria aperta recuperati per l’occasione. Telefonavano a un parente del disgraziatoaccoltosequestrato già presente in Italia. Dopo il pagamento di cinque/seicento euro, un prezzo onesto, lo liberavano.

Un accordo con le diverse comunità di migranti per i Centri di seconda accoglienza risolverebbe il problema dell’accoglienza. Lo Stato si libera di ogni costo. In Finanziaria si potrebbe aggiungere una nuova tassa per gli accoltisequestrati con ritenuta alla fonte del 35%. Con l’ingresso di cinque/sei milioni di migranti il nostro debito pubblico sarà risolto. E con 7/800 milioni di migranti diventeremmo il Paese più ricco del mondo. Potremmo superare la Cina per popolazione. Leggi il seguito di questo post »

350 mila posti per gli immigrati
Cinzia Gubbini Roma

Si tratta della regolarizzazione del centrosinistra, anche se non assomiglia neanche lontanamente a una sanatoria. Comunque, da oggi, si apre ufficialmente il «decreto flussi bis», quei 350 mila posti in più che l’Unione offre ai lavoratori stranieri, i quali – per la maggior parte – già vivono e lavorano in Italia. Anche se, teoricamente, dovrebbe rivolgersi ai datori di lavoro che vogliono chiamare un lavoratore straniero dall’estero. Il decreto – varato dal consiglio dei ministri più di quattro mesi fa, tra gli strepiti del centrodestra – verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di oggi.
Ma attenzione: non significa che si può andare alle Poste e consegnare le domande per ottenere un «ingresso» legale in Italia. Il «decreto flussi bis», infatti, non fa altro che dare mandato alle direzioni provinciali del lavoro di esaminare le domande presentate entro il 21 luglio 2006 che risultino eccedenti dall’ultimo decreto varato dal governo Berlusconi. E che secondo i calcoli dei ministeri risultano essere, appunto, 350 mila. Leggi il seguito di questo post »

Antislamismo e antisemitismo, immigrati discriminati su casa e lavoro, rom ghettizzati.

Un dossier presentato al Parlamento europeo accusa i paesi Ue. Palma nera alla Danimarca e alla Francia
A. D’Arg.  Bruxelles
 

nero.gifAntisemitismo, islamofobia, violenza contro i rom o più semplicemente contro immigrati, stranieri e richiedenti asilo. Discriminazione e segregazione nell’accesso alla casa, nell’educazione e sul posto di lavoro, mancanza di strumenti efficaci per contrastare i crimini legati al razzismo e, a volte, addirittura mancanza di chiare informazioni ufficiali sui fenomeni di violenza razziale e di discriminazione.

 Il panorama disegnato ieri dall’Osservatorio europeo contro il razzismo e la xenofobia, presentando il rapporto 2005 al Parlamento europeo, è francamente desolante: in Europa l’odio razziale è sempre più di moda.

E non sempre i governi attuano con la dovuta decisione. È anche vero che non mancano buone pratiche e una certa presa di coscienza da parte di alcuni esecutivi, oltre a molto lavoro di campo svolto dalle Ong, ma l’integrazione ed il rispetto delle minoranze restano ancora una chimera nella Ue. Leggi il seguito di questo post »

clandestini01.jpgNiente di nuovo sotto il sole. Considerazioni sull’articolo dell’Espresso sul caporalato degli immigrati in Puglia.-(Valeria Bisignano Attac Foggia) 

Lo sfruttamento degli immigrati tramite il sistema del caporalato in Puglia non è una novità. Era già stato denunciato da più parti prima dell’ultimo articolo di Fabrizio Gatti per l’Espresso. Esiste infatti, oltre al rapporto del 2005 di Medici Senza Frontiere citato nell’articolo, “Lavoro migrante” a cura di F. Raimondi e Maurizio Ricciardi (Deriveaprodi 2004), un altro rapporto di MSF del 2003, “Uomini per tutte le stagioni”:  

http://www.msf.it/eventi/, le dichiarazioni di Nichi Vendola stesso in Narcomafie di febbraio del 2002, Lavoro e società 12/98, “Vite bruciate di terra” di L. Limoccia, A. Leo, N. Piacente (EGA 1997), per citarne solo alcuni. 

Tuttavia, ogni nuovo contributo della stampa è utile perché riaccende il dibattito pubblico. Il problema è che a volte si agisce sull’onda dello scandalo di turno, e invece alla denuncia deve necessariamente seguire un momento di riflessione pacata e la pianificazione di azioni a lungo termine che durino più di un momento di gloria.

Gatti non esagera quando parla di schiavitù. La schiavitù moderna non è più (o non solo) fatta di catene, ma approfitta della condizione di bisogno (economico, morale e/o culturale) di una grande fetta della popolazione mondiale. Per gli artt. 600, 601 e 602 del nostro codice penale, come modificati dalla legge 23 del 2003, è sufficiente la presenza dell’inganno e/o della forza, anche senza una vera e propria costrizione fisica, perché si configurino i delitti di riduzione o mantenimento in schiavitù, di tratta di persone e di acquisto ed alienazione di schiavi. Leggi il seguito di questo post »

1370627.jpgAccordo tra Ferrero e Amato, via libera alla legge contro lo sfruttamento
Permesso di soggiorno agli immigrati «supersfruttati». Il governo: «Norma di civiltà». La destra: «È una sanatoria»
Cinzia Gubbini (il manifesto)

Una nuova fattispecie di reato, il caporalato, punito con pene pesanti. Sequestro dell’impresa per chi impiega immigrati sfruttandoli. Ma anche la possibilità per l’immigrato di «emergere» dal lavoro nero e ottenere un permesso di soggiorno quando si trovi a lavorare in una condizione fortemente svantaggiata.

Il governo ha partorito ieri – dopo molte difficoltà – la riforma dell’articolo 18 della legge sull’immigrazione, quello che prevede la possibilità di riconoscere un permesso per protezione sociale agli immigrati irregolari in situazioni di «grave violenza e sfruttamento», finora utilizzato per le prostitute che denunciano i loro «protettori».

 Il testo studiato da Viminale, ministero della Soldiarietà sociale e del Lavoro è un disegno di legge, e non un decreto come era stato previsto all’inizio, poiché contiene anche una modifica del codice penale. Dunque, ora la palla passa alle Camere. Leggi il seguito di questo post »

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